L’obiettivo terapeutico migliore dovrebbe stabilire i criteri cronologici ottimali di un intervento farmacologico. Seguendo l’attività biologica delle cellule precisi ritmi circadiani, esistono ore del giorno più o meno idonee alla somministrazione di farmaci specifici. Alcuni farmaci possono essere più efficaci se assunti in certe ore perché devono avere un effetto proprio nell’ora in cui devono agire sulla funzione specifica. E’ ovvio che conoscere la ‘finestra’ utile in cui assumerli è determinante. Da tempo si discute su qual’è il momento migliore dell’assunzione delle statine, farmaci così preziosi nella prevenzione primaria e secondaria della malattia cardiovascolare. E’ consuetudine che vengano somministrati la sera, dal momento che la biosintesi del colesterolo raggiunge la sua massima intensità nelle ore notturne. Tuttavia, la tempistica ottimale della somministrazione, in termini di efficacia e aderenza, non è sufficientemente chiarita. Nel 2007 Plakogiannis e Cohen (Ann Pharmacother 2007; 41:106-10), conducendo una revisione della letteratura, giunsero alla conclusione che la sinvastatina dimostrava una pronunciata riduzione del colesterolo-LDL (c-LDL) con la somministrazione serale. Nonostante non fosse significativo dal punto di vista statistico, il trend nella percentuale di riduzione di c-LDL a favore della somministrazione serale era stato notato anche con lovastatina, pravastatina e rosuvastatina. La atorvastatina aveva dimostrato una riduzione del c-LDL indipendentemente dal tempo di somministrazione. Una recente metanalisi definisce ulteriormente la tempistica ottimale di somministrazione delle statine. Essa ha incluso 11 trials clinici controllati, randomizzati e non, per oltre 1000 pazienti con somministrazione serale o mattutina delle statine (fluvastatina, sinvastatina, pravastatina, atorvastatina, rosuvastatina). Sono state valutate l’efficacia e l’aderenza in funzione dell’ora di somministrazione del farmaco. L’analisi aggregata complessiva che confrontava gli effetti della somministrazione mattutina e quella serale delle statine sui parametri tradizionali quali colesterolo totale (TC), colesterolo HDL (c-HDL) e trigliceridi (TG) non è stata statisticamente significativa. Una riduzione statisticamente significativa si è verificata per quanto riguarda il c-LDL con la somministrazione serale. L’analisi del sottogruppo di statine a breve emivita non ha rivelato alcuna differenza significativa tra i due gruppi con somministrazione diurna e notturna su c-HDL e TG. Tuttavia la somministrazione serale, rispetto alla diurna, è stata significativamente superiore nell’abbassare il TC e il c-LDL. L’analisi del sottogruppo di statine a lunga emivita non ha mostrato differenze significative per TC, c-HDL o TG. E’ stata osservata soltanto una lieve, seppur significativa, differenza dei livelli di c-LDL a favore della somministrazione serale. Su tre studi che hanno riportato i tassi di aderenza alla terapia, uno studio ha indicato che l’aderenza è stata migliore quando l’assunzione è avvenuta al mattino, rispetto alla somministrazione serale, mentre gli altri due studi sono stati neutrali in termini di aderenza.
Gli Autori concludono che le statine a breve emivita appaiono significativamente più efficaci nell’abbassamento di c-LDL e TC quando vengono somministrate alla sera, piuttosto che al mattino, mentre le statine a lunga emivita hanno un’efficacia quasi equivalente, indipendentemente dal tempo di somministrazione durante il giorno, ad eccezione di un effetto piccolo, ma statisticamente significativo, sul c-LDL. Questi risultati confermano, quindi, che le statine a breve emivita dovrebbero essere assunte alla sera e gli autori suggeriscono, inoltre, che le statine a lunga emivita possono essere somministrate al mattino, se questo serve a migliorare la aderenza alla terapia.
J Clin Lipidol 2017 Jun 13
Giuseppe Trisolino