NOVITA’ DALLA LETTERATURA – A cura dr. G. Trisolino

La terapia antipertensiva e il ritmo circadiano

Dr. Giuseppe Trisolino, Specialista in Cardiologia – Segretario Regionale ANCE, Emilia-Romagna

Il trattamento più efficace e personalizzato dell’ipertensione arteriosa e la prevenzione delle malattie cardiovascolari (CV) e delle loro complicanze possono essere conseguite mediante un approccio cronobiologico. Numerosi studi clinici prospettici hanno documentato che il controllo della PA durante il sonno, mediante una corretta scelta del tempo di trattamento, farmaci assunti al momento di coricarsi piuttosto che al momento del risveglio, è clinicamente rilevante.(1,2) Altri studi sembrano, invece, ridimensionare l’importanza dell’ora di somministrazione della terapia antiipertensiva, per lo meno quando si impiegano farmaci antiipertensivi a lunga durata d’azione (3) Le differenze degli effetti dei farmaci nell’abbassare la PA, in funzione del tempo di assunzione, derivano dalle influenze ritmiche del ritmo circadiano sia sulla loro farmacocinetica e farmacodinamica e sui meccanismi di regolazione della PA. Il picco di attività del sistema RAAS si verifica, ad esempio, durante il sonno e di conseguenza l’assunzione di ACE-I o Sartani al momento di coricarsi, in confronto con l’ingestione al risveglio, determina una riduzione considerevolmente più efficace della PA notturna senza compromissione degli effetti terapeutici sulla pressione diurna. (4)  Un recente vasto studio di popolazione (Hygia Chronotherapy Trial), pubblicato su European Heart Journal, ha ulteriormente verificato se vi fossero differenze negli effetti della terapia antipertensiva collegate con l’orario di assunzione dei farmaci ipotensivi. (5) Lo studio ha coinvolto oltre 19.000 ipertesi, età media di 60 anni, che sono stati divisi in due gruppi. Il primo gruppo ha assunto l’intera dose dei farmaci prescritti per l’ipertensione (uno o più) al momento di coricarsi, il secondo gruppo al risveglio. Il monitoraggio della pressione arteriosa ambulatoria (ABPM) è stato eseguito per 48 ore al momento dell’inclusione e ad ogni visita clinica programmata (almeno una volta all’anno) durante il follow-up mediano di 6 anni. Dei partecipanti allo studio 1.752 soggetti hanno avuto un evento CV importante (infarto del miocardio, rivascolarizzazione coronarica, insufficienza cardiaca, ictus o decesso per cause cardiovascolari). I risultati hanno mostrato che i pazienti che avevano assunto la terapia antipertensiva al momento di coricarsi avevano un rapporto di rischio significativamente più basso rispetto a coloro che avevano assunto la terapia al risveglio (CVD primario [0,55 (IC 95% 0,50-0,61), P <0,001]. Analizzando il rischio per ogni singolo evento [morte per CVD (0,44 (0,34-0,56)] infarto del miocardio [0,66 (0,52-0,84)], rivascolarizzazione coronarica [0,60 (0,47-0,75)], insufficienza cardiaca [0,58 (0,49-0,70)] e ictus [0,51 (0,41-0,63)], i risultati sono stati eclatanti (P ​​<0,001 in tutti i casi). Questi dati sono stati verificati anche dopo la correzione per potenziali fattori confondenti, tra cui sesso, età, livelli di colesterolo, abitudine al fumo, presenza di patologie renali o diabete di tipo 2.

In conclusione, secondo il trial, assumere la terapia ipotensiva prima di andare a dormire invece che al risveglio fornisce risultati migliori sulla pressione arteriosa, ma soprattutto sembrerebbe ridurre il rischio di morte o di eventi cardiovascolari del 45 %, di infarto del 44 % e ictus del 49 %. Come sempre, però, la terapia antipertensiva rimane una terapia da ritagliare su misura.

(1) Bowles NP et al. Chronotherapy for hypertension. Curr Hypertens Rep 2018; 20:97

(2) Ramón C. Hermida, et al. Bedtime Dosing of Antihypertensive Medications Reduces Cardiovascular Risk in CKD.  J Am Soc Nephrol. Published online October 24, 2011

(3) Poulter NR et al. Randomized Crossover Trial of the Impact of Morning or Evening Dosing of Antihypertensive Agents on 24-Hour Ambulatory Blood Pressure. The HARMONY Trial. Hypertension 2018;72:870-873.

(4) Portaluppi F.et al. Circadian rhythms and cardiovascular health. Sleep Med Rev 2012;16:151

(5)  Hermida RC, et al. Bedtime hypertension treatment improves cardiovascular risk reduction: the Hygia Chronotherapy Trial. European Heart Journal (2019): 01–12

 

Testo visionato ed approvato per la pubblicazione online da: Prof. Renato Nami, Docente FR di Cardiologia, Università degli Studi di Siena.

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