NOVITA’ DALLA LETTERATURA – A cura di: dr. Giuseppe Trisolino

Bloccanti del RAS e statine utili nella riduzione del rischio di Fibrillazione Atriale associata al riscontro di BESV 

 Giuseppe Trisolino, Spec. Cardiologia. Segretario regionale ANCE Emilia Romagna

I pazienti ipertesi che sviluppano complessi prematuri atriali (BESV) hanno un rischio particolarmente elevato di fibrillazione atriale (1) e lo sviluppo di fibrillazione atriale (FA) correla in modo significativo con l’ictus cerebri (2). La frequenza di ictus ischemico nei pazienti con FA è circa del 4.5%/anno, valore superiore di 4-5 volte a quello rilevabile in una popolazione senza FA e tende ad incrementare con l’età. (3) Elsayed Soliman et al. (4) della Wake Forest School of Medicine di Winston Salem, Carolina del Nord -USA, hanno cercato di identificare farmaci e fattori di rischio modificabili che potrebbero ridurre il rischio di FA relato alla presenza di BESV in un gruppo di pazienti ad alto rischio. Gli autori hanno analizzato i dati di olte 4300 pazienti ipertesi trattati, arruolati nel Reasons for Geographic and Racial Differences in Stroke study, che non presentavano, al momento dell’arruolamento, fibrillazione atriale e malattie cardiovascolari. Al basale, battiti ectopici sopraventricolari sono stati rilevati nell’8,2% (n = 356) dei partecipanti.  Durante un follow-up mediano di 9,4 anni, il 9,9% dei partecipanti ha sviluppato FA. I pazienti con BESV, rispetto a quelli senza, avevano il doppio di probabilità di sviluppare FA (Odds ratio [IC 95%]: 2,36 [1,75, 3,19]). Questa associazione era significativamente più debole nei pazienti in trattamento con statina rispetto a coloro che non assumevano il farmaco  (Odds ratio [IC 95%]: 1,42 [0,81,2,48] vs 3,01 [2,11,4,32] p = 0,02), rispettivamente e nei pazienti che erano in trattamento con bloccanti del recettore dell’angiotensina II rispetto ai non utilizzatori (Odds [intervallo di confidenza 95%]: 1,31 [0,66,2,61] vs 2,78 [1,99,39], p =  0,05). Sono state osservate, inoltre, associazioni più deboli tra BESV e FA in chi assumeva assumeva alfa-bloccanti rispetto ai non utilizzatori, tra i non diabetici rispetto ai diabetici e in quelli con livelli di pressione arteriosa sistolica (PAS) da 130 a 139 mm Hg rispetto a quelli con altri livelli di pressione sistolica. Non sono state osservate modifiche significative con l’uso di altri farmaci o dalla presenza di altri fattori di rischio cardiovascolare. Gli autori concludono che il significativo rischio di FA associato ai BESV nei pazienti ipertesi potrebbe potenzialmente essere ridotto dal trattamento con statine e bloccanti del recettore dell’angiotensina II, insieme, ovviamente alla corretta riduzione della pressione arteriosa e gestione del diabete.

 

(1) Zeynep Binici et al. Excessive Supraventricular Ectopic Activity and Increased Risk of Atrial Fibrillation and Stroke.  CirculationVolume 121, Issue 17, 4 May 2010, Pages 1904-1911

(2) Bjørn Strøier Larsen et al. Excessive Atrial Ectopy and Short Atrial Runs Increase the Risk of Stroke Beyond Incident Atrial Fibrillation. Journal of the American  College  of  Cardiology vol.  66,  no.  3,  2015

(3) Wolf PA, Abbott RD, Kannel WB. Atrial fibrillation as an independent risk factor for stroke: the Framingham study. Stroke 1991; 22: 983-8.

(4) Elsayed Z. Soliman et al. Factors Modifying the Risk of Atrial Fibrillation Associated With Atrial Premature Complexes in Patients With Hypertension. The American Journal of Cardiology, 08 Feb 2020, 125(9):1324-1331. DOI: 10.1016/j.amjcard.2020.02.006 

 

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