NOVITA’ DALLA LETTERATURA – a cura di:  G. Trisolino  

COSTI ASSOCIATI CON LE MALATTIE CARDIOVASCOLARI_ SPESE SANITARIE E SOTTOSTIME

Cardiologia (Bologna) Dr.ssa Anna Pontarin, Medico in formazione Specialistica in Geriatria (Padova)

 

La malattia cardiovascolare è responsabile di circa un terzo della mortalità globale ogni anno (circa 18 milioni di morti nel solo 2015) e larga parte della spesa sanitaria è dedicata alla correlata attività di diagnostica, trattamento e prevenzione. (1-2) Inoltre, il costo è aumentato nel tempo, passando da circa 106 milioni di euro nel 2009 (corrispondente circa al 9% della spesa sanitaria europea) a 210 milioni di euro nel 2017, con la previsione di un ulteriore incremento nel prossimo futuro che comporterà un ragguardevole aggravio non solo economico ma anche sociale. (1-2) Se si considera che la malattia cardiovascolare avviene durante l’età lavorativa, l’impatto riguarda diversi aspetti: l’abbandono totale dell’impiego, il periodo di assenza dal lavoro per l’ospedalizzazione e giorni per malattia, riduzione temporanea o permanente dell’orario di lavoro, riduzione delle performance lavorative (presenteismo). Oltre agli aspetti che riguardano il paziente, vanno aggiunte le ore perse da parte di chi presta assistenza informale al soggetto colpito come familiari e conoscenti. La maggior parte degli studi  condotti su questo tema riguarda le analisi dei costi diretti (come beni e servizi necessari per diagnosi, terapia e prevenzione), ma pochi valutano i costi indiretti, pur essendo altrettanto impattanti. Analizzando la spesa sanitaria più nel dettaglio, si nota come i costi diretti rappresentino il 53% del totale, ma ben rappresentati sono anche la perdita di produttività (26%) e l’assistenza informale (con il rimanente 21%). (2) Per questi motivi, risulta particolarmente interessante l’articolo Patient and caregiver productivity loss and indirect costs associated with cardiovascular events in Europe di Kornelia Kotseva dell’ Imperial College e dei Colleghi francesi del Paris Bichat Hospital e del Ghent University che hanno presentato i risultati di una originale ricerca mirata a valutare la perdita di produttività e i costi indiretti durante l’anno che segue un evento coronarico acuto e uno stroke. Lo studio è significativo non solo perché considera l’impatto della spesa nei diversi Paesi europei (Inghilterra, Belgio, Francia, Polonia, Portogallo, Spagna e Svizzera) rilevandone le differenze e le analogie, ma anche perché opera una completa valutazione combinando le giornate di assenza per l’ospedalizzazione con l’assenteismo, il presenteismo e le ore perse del caregiver (eseguita con il Productivity Cost Questionnaire). In totale sono stati arruolati 394 pazienti, di cui 196 dopo Sindrome Coronarica Acuta (SCA) e 198 dopo episodio di stroke (in media gli eventi erano avvenuti circa 7 mesi prima dell’arruolamento) e tutti avevano ripreso l’attività lavorativa da almeno quattro settimane. In media i giorni di lavoro persi sono risultati simili: 70 giorni per SCA ( di cui 59 per assenteismo e presenteismo con l’aggiunta di 11 giorni dei giorni persi dai caregiver) e 68 giorni per l’ictus, con  costi associati indiretti calcolati che ammontano a 13,953 euro per la SCA e 13,773 euro per lo stroke. Le giornate di lavoro perse per ospedalizzazione e giorni di malattia seguenti sono risultate omogenee tra i vari paesi europei, mentre variavano i giorni di assenteismo dopo il ritorno a lavoro (quasi nulli in Spagna, più di 30 giorni persi in Polonia e Svizzera dopo SCA) e i giorni di presenteismo (minori in Svizzera e più rappresentati in Inghilterra); i giorni di lavoro persi dai caregiver hanno mostrato differenze che risultano sostanziali in Belgio e Polonia e minori in Spagna. Dal medesimo studio nascono importanti riflessioni in merito all’ottimizzazione della terapia, soprattutto per quanto riguarda il trattamento ipoilipidico nella prevenzione secondaria, dato che la maggior parte dei pazienti arruolati mostrava alti livelli di colesterolemia nonostante la terapia. Come evidenziato dai risultati dell’EUROASPIRE IV e da altri lavori simili, il ruolo cardine non è rappresentato solo dalla terapia farmacologica, ma risulta importante la riabilitazione cardiologica che coinvolge solo il 41% dei pazienti che hanno avuto un  episodio di SCA. (3)  Le evidenze riportate possono quindi risultare utili per indirizzare le decisioni da prendere in ambito organizzativo e politico in modo da ridurre l’ingente spesa sanitaria che riguarda le malattie cardiovascolari, incanalando efficacemente le risorse a disposizione.

  1. Pogosova N. Costs associated with cardiovascular disease create a significant burden for society and they seem to be globally understimated. Eur J Prev Cardiol 2019, 26(11): 1147-1149
  2. Kotseva K, Gerlier L., Sidelnikov E. et al Patient and caregiver productivity loss and indirect costs associated with cardiovascular events in Europe. Eur J Prev Cardiol 2019, 26(11): 1150-1157
  3. Kotseva K, Wood D. , De Bacquer D. ; EUROASPIRE investigators. Determinants of participation and risk factor control according to attendance in cardiac rehabilitation programmes in coronary patiets in Europe: EUROASPIRE IV survey. Eur J Prev Cardiol 2018; 25: 1242-1251.

 

Testo visionato ed approvato per la pubblicazione online da: Prof. Renato Nami, Docente FR di Cardiologia, Università degli Studi di Siena 

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