DOACs nei pazienti con fibrillazione atriale e chirurgia valvolare. Studio osservazionale italiano

L’incremento della fibrillazione atriale (FA) e delle valvulopatie degenerative sono direttamente correlate all’aumentata aspettativa di vita. L’associazione frequente, nello stesso paziente, di queste due patologie pone la necessità, al fine di prevenire complicanze tromboemboliche, di anticoagulare. La terapia con anticoagulanti diretti (DOACs) è oggi, un’alternativa sicura ed efficace al Warfarin in pazienti con FA. Per mancanza di dati prospettici e controllati, non vi è, però, accordo unanime, nella comunità scientifica, sulle indicazioni dei DOACs per i pazienti con valvole protesiche biologiche o con pregressa plastica valvolare. Per valutare l’efficacia e la sicurezza nella pratica clinica dei DOACs nei pazienti in fibrillazione atriale (AF) con valvole bioprotesiche o con precedenti interventi di riparazione valvolare chirurgica, un gruppo di ricercatori italiani ha condotto uno studio osservazionale multicentrico su una coorte di 122 pazienti (età media: 74,1 ± 13,2, 54 femmine) in FA. La popolazione dello studio comprendeva 24 (19,6%) pazienti con valvola mitrale bioprotesica, 52 (43%) pazienti con valvola aortica bioprotesica, 41 (33,6%) pazienti con precedente riparazione chirurgica mitralica e 5 (4%) pazienti con precedente riparazione chirurgica aortica. I valori medi di CHA2 DS2-VASc e HAS-BLED erano rispettivamente di 3,6 ± 1,2 e 2,6 ± 1,4. I pazienti in esame erano in terapia con Apixaban, Dabigatran o Rivaroxaban. Il 92% della popolazione in studio aveva precedentemente sostituito il warfarin con DOACs a causa di un labile controllo dei valori di INR o di una scarsa compliance al trattamento. La terapia con DOACs per AF era stata iniziata in media 934 ± 567 giorni dopo l’impianto della valvola cardiaca bioprotesica o la riparazione chirurgica, per una durata media di 835 ± 203 giorni. Il follow-up dello studio si era protratto per un periodo di terapia continuata con i DOACs pari ad un intervallo variabile tra i 2 e i 3 anni. Tutti i pazienti sono stati valutati per eventi tromboembolici (ictus ischemico, attacco ischemico transitorio, embolia sistemica) così come per eventi emorragici maggiori durante il periodo di follow-up. Nella popolazione in studio, si è registrata una bassa incidenza annuale media di tromboembolia (0,8%) e sanguinamenti maggiori (1,3%). Gli autori sottolineano, seppur con tutti i limiti metodologici derivanti da un lavoro puramente osservazionale e con un ridotto campione in esame, che la terapia anticoagulante con DOACs sembra essere una strategia di trattamento efficace e sicura in pazienti fibrillanti con valvole bioprotesiche o con precedente riparazione chirurgica della valvola.
A cura di G. Trisolino
Fonte: Semin Thromb Hemost 2018 Jan 5

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